Altrove- recensione

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Buon giorno cari lettori, ho concluso già da molti giorni il libro intitolato “Altrove” di Patrizia Fortunati.

Per vari motivi , non avevo avuto il tempo di pubblicare la recensione prima d’oggi.

Adesso eccomi qui, a dedicarmi un po’ a voi ed alla nostra comune passione per la lettura. 💪🏼

Valutazione personale:

Devo dire che se dovessi valutare il libro in questione mediante una scala da 1 a 10, darei 10.

È riuscito a farmi commuovere, a rendermi partecipe di ogni storia, ogni racconto, ogni sentimento provato dai personaggi narranti, come fossi anche io con loro, seduta a quel tavolino con le tre donne della casa.

Mi ha ricordato molto Nicolas Sparks.

Lui, fino ad ora, era stato l’unico a farmi emozionare e commuovere.

Emozione, commozione, sono sentimenti fortissimi.

Quando un libro riesce a far provare qualcosa di simile, allora è degno di nota.

Non rimane indifferente.

Vi mancherà una volta girata l’ultima pagina, a me manca già.

Poetico, riflessivo, fa comprendere che tutto scorre, Panta Rei, il tempo cambia ogni cosa, modifica ogni attimo, sottolinea l’importanza di un’attimo e di come tutto può cambiare in meno di un secondo.

A volte non comprendiamo l’importanza delle piccole cose, delle persone al nostro fianco e del loro affetto.

Questo romanzo vi farà pensare;

Vi lascerà qualcosa dentro, che non andrà più via.

La casa che sussurra, diventerà un po’ parte di voi.

Così come Giacinta, Fulgenzia e Nennella rimarranno sempre un po’ con voi, anche dopo aver girato l’ultima pagina.

Saranno molteplici i personaggi che incontrerete.

Nennella, la nonna dolce dal sorriso enigmatico.

Giacinta, la voce narrante, che un po’ come tutti nel mondo si chiese se quello fosse davvero il suo posto.

Tante saranno le sfaccettature della vita che apprezzerete, dall’amore puro tra due sorelle, narrato da Francesca, tanto bella quanto triste, che va oltre la morte, il vero amore. “ io avevo lei, lei aveva me”

A quello di due ragazzi, accomunati dalla stessa passione per la lettura, l’emblema del lettore, che una volta incontratisi, non si lasciarono più, “ fu amore di testa”.

L’amore di un nonno per la nipote strappata alla vita.

Il rimpianto di non aver vissuto come si desiderava.

Tanti sentimenti, tante emozioni, tante vite raccontate in quella “ casa che sapeva di lago e di cielo”

Personalmente mi sono innamorata di questo libro.

Ho assaporato ogni pagina, con delicatezza ed attenzione.

Ogni personaggio mi è entrato nel cuore.

Chi più, chi meno, questo sarà qualcosa di personale per ognuno di voi.

Un libro che non dimenticherete.

“ Le carezze non date pesano sempre sulla mano che la trattiene”

Trama:

C’è un tavolo bianco in fondo a un vicolo che muore nel lago. A quel tavolo siedono due donne delle quali una soltanto proietta la sua ombra a terra: è Giacinta, artigiana e intarsiatrice del legno, che ha ereditato un dono speciale dalle sue antenate. L’altra è Nennella, sua nonna. Giacinta e Nennella, alla luce di una lanterna che non si spegne mai, sedute a quel tavolo accolgono i loro ospiti, ascoltano i loro racconti, ricevono messaggi da consegnare a chi è rimasto. La storia delle donne che abitano la grande casa che si affaccia sul lago s’intreccia così con le storie di altre esistenze in una trama che, costruita con la precisione di un intarsio, pezzo dopo pezzo va a comporre un disegno delicato e ricco di senso. In questo romanzo ritroviamo la scrittura evocativa, poetica e intensa dell’autrice di “Marmellata di prugne” che emoziona e fa riflettere sul senso della vita oltre la morte. Una storia fatta di incontri, segni e sospiri, di tenerezza e legami indissolubili anche quando sembra che tutto sia finito. “Lì, a quel tavolo bianco nel vicolo del vento, quel vicolo che muore nel lago. Lì, dove spirano venti che non sono venti”.

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